Riflessione..

Mentre tornavo verso casa con la spesa nella borsa di tela, ho casualmente visto il mio riflesso su una vetrina. Ho visto i miei abiti modesti, i colori abbinati alla rinfusa, le scarpe fuori moda, i capelli trasandati. Ma non mi sono vista brutta. Mi sono vista povera. 

Poco più avanti, il giardinetto inondato di sole mi ha fatto alzare la testa, chinata per la mia misera condizione. E mi ha fatto ricredere. Forse sono povera. Ma non così tanto da non avere nemmeno dei vestiti addosso o un paio di scarpe. Non così tanto da non avere di che mangiare e sfamare mia figlia. O non riuscire a dissetarla. Da non poterle comperare vestiti e giocattoli. Non così povera da non avere una casa o un'auto. Da non riuscire a pagare i miei debiti e sentirmi una fallita. Da non avere sogni. Speranze. Non così povera da non poter contare su una famiglia meravigliosa, la mia e quella più grande di Emma. Da non avere un futuro e delle aspettative per lei. E per me. Non sono così povera da essere disperata. Da dover fare un lavoro umiliante o non etico per sopravvivere. Da essere sola e infelice, malgrado i soldi. Da essere ammalata senza aver la possibilità di essere guarita. Da non saper leggere, né scrivere. Da essere incatenata alla mia condizione. Senza poter dire ciò che penso. Da essere invisibile malgrado le mie grida. Da non poter stare con mia figlia, che è tutta la vita mia, o doverla vedere giocare tra i rifiuti. Non sono così povera da non essere libera. Da dover elemosinare o fuggire affidandomi a chi mi abuserà. Non sono così povera da credermi senza via d'uscita se non quella definitiva.

Io non sono povera. Sono fortunata.